La Battaglia del Trasimeno

La battaglia

Nella primavera del 217 a.C. Annibale decise di scendere verso Roma con un esercito di 50.000 uomini, in massima parte Galli che si erano aggiunti ai superstiti della marcia dell’anno precedente. Per il freddo era rimasto vivo, ma per poco, un solo elefante da guerra. Annibale decise di attraversare l’Appennino e scendere verso Pistoia in un terreno paludoso. Molti morirono e Annibale perse un occhio per un’infezione. Annibale non attese il ricongiungimento degli eserciti di Flaminio e Servilio e a sera si accampò sulle colline sopra il lago nascondendo in una gola la micidiale cavalleria; sulle rive del lago si accamparono gli ignari romani. Il giorno dopo iniziò la battaglia del Lago Trasimeno. In una mattinata nebbiosa i 25.000 uomini di Flaminio, non essendo a conoscenza della posizione del nemico, procedevano senza particolari accorgimenti difensivi; Annibale tese l’agguato e nella nebbia le legioni di Flaminio in marcia lungo il lago, furono bloccate frontalmente dalla fanteria pesante di Annibale, quindi dalle colline a nord del lago discesero a sorpresa le truppe leggere, infine la cavalleria cartaginese chiuse la strada alle spalle dei romani.

La disfatta

Le legioni furono distrutte dopo una mischia confusa nella nebbia; persero la vita lo stesso console Flaminio e 15.000 Romani; 6.000 furono i prigionieri. Il giorno dopo vennero sconfitti anche alcuni reparti di cavalleria di Servilio, appena arrivati, che si scontrarono con la cavalleria numida di Maarbale. Qualche migliaio di superstiti delle legioni si disperse in Etruria o riuscì a raggiungere Roma.

L’esercito romano

A partire dal periodo repubblicano, Roma comincia gradualmente a diventare una temibile potenza militare. Le guerre per conquistare i territori circostanti diventano sempre più numerose. L’esercito romano era un’eccezionale macchina da combattimento. Le ragioni di tanta potenza vanno ricercate nella complessa ORGANIZZAZIONE dell’esercito; nella DISCIPLINA dei soldati; nel loro ottimo ADDESTRAMENTO.

Le legioni

L’esercito romano era diviso in LEGIONI (dal latino Legio:raccolgo insieme) gruppo ampio che poteva andare dai 4000 ai 6000 uomini. Per renderle più facilmente comandate ogni legione era divisa in 10 COORTI, ogni coorte era suddivisa in tre MANIPOLI ed ogni manipolo era formato da due CENTURIE, comandate da un centurione. In questo modo anche nel corso del combattimento ciascun gruppo sapeva perfettamente cosa fare e quali ordini seguire.

Velites La legione si muove su tre file distinte per armamento ed età. Davanti a tutti si trovano i VELITES, che aprono i combattimenti lanciando giavellotti.

Hastati Nella prima fila si trovano gli HASTATI, soldati più giovani, armati con una hasta(lancia lunga e pesante)

Principes Nella seconda fila vi sono i PRINCIPES, soldati più esperti

Triari Nella terza fila vi sono i TRIARI, i soldati più anziani, che intervengono solo in caso di necessità e attendono, con un ginocchio a terra, l’esito della battaglia.

Equites Lungo i due lati vi sono gli EQUITES, soldati a cavallo.

Tubicines Soldati che si occupava di suonare la tuba (simile ad una tromba moderna). Il loro compito era simile a quello di trasformare gli ordini degli ufficiali in un suono facilmente udibile da lunghe distanze.

Schieramento a testuggine

Famoso schieramento della fanteria romana permetteva ai soldati di avvicinarsi molto ai nemici senza subire danni e inoltre permetteva di celare il reale numero di soldati all’interno generando un effetto sorpresa al momento dell’attacco.

I simboli

Ogni legione aveva UN NOME che di solito prendevano dalla campagna di conquista in cui avevano combattuto E UN NUMERO. Il simbolo comune di tutte le legioni era l’AQUILA. Anche questa scelta fu voluta dalla riforma del console Mario, ma prima le legioni avevano più di un simbolo protettore come ad esempio : IL LUPO, IL MINOTAURO, IL CAVALLO, IL CINGHIALE.

Signifer e Aquilifer

Le insegne della legione erano così importanti e sacre per i soldati romani, che venivano affidate a soldati speciali chiamati –SIGNIFER (COLORO CHE PORTANO I SEGNI), ancora più importante era il soldato a cui veniva affidata l’aquila: l’AQUILIFER (COLUI CHE PORTA L’AQUILA). Questi soldati si distinguevano dagli altri perché sopra l’armatura indossavano pelli di animali selvaggi

Accampamento

Un’altra caratteristica dell’esercito romano era la modalità di accamparsi tra uno spostamento e l’altro. Quando una legione decideva di fermarsi più lungamente per presidiare un territorio, i soldati non si limitavano a montare le tende, ma veniva allestito un ACCAMPAMENTO FORTIFICATO, chiamato CASTRUM

Console Gaio Flaminio

Tribuno della plebe nel228 a.C.ed energico difensore degli interessi popolari. Di origine plebea, fu avversario dei patrizi. Condusse la sua lotta politica cercando il sostegno della popolazione rurale. Polibio (II,21) giudica demagogiche le sue iniziative e gli attribuisce responsabilità nelle successive guerre contro i Galli. Console nel 223 a.C. conPublio Furio Filone, fece costruire il Circo Flaminio. Nel218 a.C., su iniziativa di Gaio Flaminio, fu approvata una legge che vietava ai senatori l’esercizio del commercio. Eletto console nel217 a.C. con Gneo Servilio Gemino, lasciò Roma segretamente per evitare che i senatori lo ostacolassero con le ostilità e partì alla volta di Rimini dove sperava di riportare una vittoria. Secondo Liviosi comportò troppo impulsivamente, non attese il collega e fu sconfitto ed ucciso da Annibale sul Lago Trasimeno.

L’esercito cartaginese

Annibale, per garantirsi una maggiore capacità di manovra, diminuì il numero di soldati armati con la lancia lunga detta sarissa (comunque presenti per contrastare meglio le lance dei Triari romani) aumentando invece quelli armati con la spada, arma tipicamente da corpo a corpo che permetteva ai soldati di esprimere tutta la loro ferocia durante il combattimento. In più Annibale inserisce un’unità di cavalleria pesante di forze speciali composta da soli cittadini punici o nobili cartaginesi.

Annibale

Annibale, nato nel 247 a. C. a Cartagine, era il figlio maggiore del condottiero cartaginese Amilcare Barca, protagonista della Prima guerra punica. Il padre nel 237 aveva condotto con sé il figlio fanciullo in Spagna, allora in parte sotto il controllo cartaginese, e gli aveva instillato un odio profondo verso i Romani. Divenuto a soli 25 anni comandante in capo delle forze cartaginesi in Spagna, Annibale proseguì in modo aggressivo la politica paterna. A questo scopo conquistò Sagunto (in Spagna), alleata di Roma, dopo un assedio durato 8 mesi (219-218), dando così inizio alla seconda guerra punica, formalmente dichiarata nel 218 a.C. Lo scopo di Annibale non era tanto la distruzione di Roma, quanto piuttosto il suo indebolimento e la distruzione della federazione italica; obiettivi che egli riteneva di poter conseguire solo portando la guerra direttamente in Italia. Così nella primavera del 218 diede inizio alla spedizione che doveva indurlo a sfidare Roma nel suo stesso territorio.

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